Pertosse, tosse di 100 giorni, tosse canina, sono i nomi della medesima malattia ma il termine corretto con la quale i medici identificano questa malattia è Pertosse. Si tratta di una malattia particolarmente fastidiosa che provoca accessi di tosse violenta e ripetuta tanto che spesso i bambini che ne sono affetti arrivano al vomito provocato dall’eccessiva tosse.
Uno dei nomi popolari, “Tosse dei 100 giorni”, è indicativo della lunga durata di questa malattia, difficile da mantenere sotto controllo, essendo la tosse resistente ai trattamenti. La durata della malattia, effettivamente, è di 10 settimane o più.
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I Sintomi della pertosse
La Pertosse può colpire bambini e adulti ma la sintomatologia può essere anche parecchio diversa. La Pertosse insorge spesso come un comune raffreddore, con naso che cola, febbre e tosse che peggiora decisamente nelle settimane successive. Spesso a seguito dei colpi di tosse ripetuti si sentono distintamente suoni acuti e gemiti durante la respirazione, in particolare durante la fase di inspirazione.
La tosse è talmente violenta che si registrano casi di frattura delle coste e spossatezza a seguito degli attacchi di tosse. Nei bambini, invece, la tosse potrebbe anche essere assente ma si presentano, al suo posto, difficoltà a respirare. La pertosse è una malattia infettiva, contagiosa e il tempo intercorrente tra l’infezione e la manifestazione dei sintomi, è mediamente di sette/dieci giorni. La diffusione della malattia avviene attraverso il mezzo aereo, con le goccioline che si diffondono nell’aria anche a diversi metri di distanza dalla persona ammalata.
La contagiosità della malattia è dall’insorgenza della tosse fino anche a tre settimane dalla sua scomparsa ma in caso di trattamento con antibiotici la contagiosità decade dopo il quinto giorno. Anche le persone che sono state vaccinate contro la pertosse possono comunque svilupparla ma in questo caso in forma piuttosto lieve.
La causa della Pertosse
La pertosse è causata da un batterio Gram negativo, la Bordetella pertussis; la sua diagnosi avviene certamente attraverso l’esame clinico della persona ma per avere l’assoluta certezza dimostrata da dati oggettivi, si esegue un tampone l naso e dalla gola che dimostrerà la presenza del batterio in questione o analizzando la reazione a catena della polimerasi.
Abbiamo accennato al vaccino che ha consentito una netta riduzione dei casi di pertosse che si esegue come prima dose tra le sei e le otto settimane di vita, con quattro dosi nei primi due anni. Nel tempo il vaccino perde la sua efficacia, per cui si rende necessario il richiamo periodico.
La cura della pertosse
La cura antibiotica è certamente indicata e utile se iniziata entro tre settimane dalla comparsa dei primi sintomi, altrimenti la sua efficacia è decisamente ridotta. Gli antibiotici di prima scelta sono Eritromicina, Azitromicina e il trimetorpim. In alcuni casi in cui la pertosse colpisca bambini inferiori all’anno di età, si rende necessario il ricovero in ospedale.
Si conta che in tutto il mondo annualmente 16 milioni di persone si infettano con la pertosse, la maggior parte nei Paesi in via di sviluppo, di tutte le età. Nel 1990 nel mondo si sono contati 138.000 morti a causa della pertosse, il dato è in sensibile calo, essendosi più che dimezzato nel 2013 ma ancora il 2% dei bambini contagiati in età inferiore all’anno, perdono la vita per questa causa.